Stivale-AntoniaMicheletti

Between art & craft – VOGUE PELLE, Settembre 1998, N. 86

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Piccoli e raffinati capolavori di artigianato. Modelli unici ed esclusivi costruiti ad hoc. Forme armoniose studiate su misura.

Cura attenta dei particolari. Passamanerie, pizzi, sete e velluti. Vere chicche di altri tempi che esprimono la personalità di chi le ha create.

 

La caparbietà è senza dubbio una delle sue doti migliori, insieme ad una buona dose di umiltà e passione. Qualità innate che, 15 anni fa circa, hanno portato Antonia Micheletti, giovane signora di Reggio Emilia con il pallino delle scarpe, a bussare a botteghe dei mestieri artigiani per imparare l’arte della costruzione di una scarpa. “Non è stato facile”, commenta Antonia Micheletti. “Innanzitutto perché gli artigiani erano, e sono tuttora, molto gelosi del loro mestiere, ma soprattutto per la diffidenza che mostravano nei confronti di una donna che voleva imparare i segreti di un lavoro considerato esclusivamente maschile”. Tra mille difficoltà e momenti di empasse, Antonia Micheletti passa dal retrobottega di un maestro artigiano, dove apprende i segreti dell’arte, alla scuola di Stra e all’Ars Sutoria di Milano per affinare le tecniche apprese. “Ho iniziato a produrre le mie scarpe dieci anni fa. Memore dei miei studi di medicina, sono partita quindi dallo studio della forma del piede, a mio avviso fondamentale per poter costruire una scarpa armonica”. Un approccio quasi ortopedico quindi, che prevede lo studio della colonna vertebrale (fondamentale per l’altezza del tacco e per la comoda calzata), la lunghezza delle gambe, l’altezza della persona etc. Da qui alla realizzazione della scarpa vera e propria ci sono poi diverse fasi intermedie (dalla modellatura della forma alla scarpettina di prova con ritagli di pelle o tessuto, alla scelta del modello e del materiale da utilizzare), ma il risultato è comunque straordinario e originale: calzature uniche, piccoli capolavori d’arte di rara bellezza che sembrano uscire direttamente dalle teche di un museo. Sabot in rafia con bordo ad uncinetto, stivaletti in velluto di seta, pantoufles in lana ultrasottile ornate di una passamaneria antica trovata in un vecchio convento, pianelle in seta indiana con motivi paisley e paillettes applicate e scarpette in pizzo antico ricamate con un sottilissimo filo di seta dorato, utilizzato in passato per i paramenti sacri. Mercatini, conventi e vecchie botteghe: questi sono i luoghi che interessano ad Antonia Micheletti. Sempre alla costante ricerca di chicche di altri tempi.

 

Roberta Rotta